arte greca

Per arte greca si intende l'arte della Grecia antica, cioè di quelle popolazioni di lingua ellenica che abitarono una vasta area, comprendente la penisola ellenica, le isole egee e ioniche e le colonie fondate in Asia Minore, sul mar Nero, nell'Italia meridionale e insulare e, nella fase più tarda, nelle regioni conquistate da Alessandro Magno (conosciuto anche come Alessandro il Macedone), in particolare nella Fenicia, nell'Egitto e nell'Anatolia[1](l'attuale Turchia).
Essa ha esercitato un'enorme influenza culturale in alcune aree geografiche dal mondo antico fino ai nostri giorni. In Occidente ebbe un forte influsso sull'arte romana imperiale e in Oriente le conquiste di Alessandro Magno avviarono un lungo periodo di scambi tra le culture della Grecia, dell'Asia centrale e dell'India (arte greco-buddista del Gandhāra), con propaggini addirittura in Giappone.[2][3][4][5] A partire dal Rinascimento, in Europa l'estetica e l'alta capacità tecnica dell'arte classica (l'arte greca e la sua continuazione nell'arte romana) ispirarono generazioni di artisti e dominarono l'arte occidentale fino al XIX secolo. Dalla trattazione si escludono generalmente l'arte minoica e micenea (o arte egea) che fiorirono tra il 1500 e il 1200 a.C. Sebbene la seconda appartenesse già probabilmente a una civiltà di lingua ellenica (vedi Lineare B), non esiste una vera continuità tra l'arte di queste culture e la successiva arte greca, se non quella che deriva, ad esempio, dalla circolazione di supporti iconografici quali "cartoni" di bottega o vasellame. L'arte greca quale forma artistica dotata di significato storico autonomo nasce dopo la fine della civiltà micenea, quindi nell'ultimo secolo del II millennio a.C., e termina con il progressivo stabilirsi del dominio romano sul mondo di lingua greca intorno al 100 a.C. Un esempio di architettura greca è il tempio è il tema sul quale si sviluppano le strutture concettuali e formali dell'architettura greca. Originariamente semplice "baldacchino" a protezione dell'immagine della divinità e destinato alla raccolta delle offerte, il tempio manterrà anche in seguito questa sua funzione di "casa degli dèi": per separare il naos (cella) dagli arredi sacri e dalle offerte viene introdotta la distinzione tra il prònao e l'opistodomo, rispettivamente sul davanti e sul retro della cella (inutile tentare di distinguere all'interno di queste modifiche tra origini di tipo funzionale e origini di tipo formale), mentre a contenere e proteggere la cella stessa si sviluppa il colonnato esterno (peristasi).
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Francesca &Martina