martedì 11 giugno 2019

Stendardo di Ur

Lo stendardo di Ur (cm 20×47) è un reperto archeologico sumero, ritrovato in una tomba della necropoli reale di Ur, risalente al 2500 a.C. circa, oggi conservato al British Museum di Londra. È un mosaico che racconta di un'antichissima civiltà nata in Mesopotamia, circa 6000 anni fa. Si tratta di un pannello ligneo rettangolare bifronte - probabilmente usato come oggetto di devozione che poteva essere portato in processione collocato all'estremo di un bastone di legno, oppure come oggetto votivo collocato in un tempio - in cui, su uno strato di catrame, sono incastonati lapislazzuli, conchiglie, pietre di calcare rosso e madreperle bianche. Per i temi descritti, i due pannelli che lo compongono sono detti "della pace" e "della guerra". Lo stendardo fu scoperto durante gli scavi in Iraq del 1927-1928 nella necropoli reale di Ur; si trovava in un angolo della tomba PG 779, una delle maggiori della necropoli, associata ad Ur-Pabilsag, un re morto verso il 2550 a.C.
Woolley, un archeologo, pensò che l'oggetto fosse infilato su un palo e fosse portato in processione come uno stendardo, da qui il nome con cui è conosciuto, ma oggi questa teoria non è più accettata. Altri studiosi pensano che fosse la cassa di risonanza di uno strumento musicale, ma in ogni caso la sua funzione non è ancora chiara. Si tratta di un pannello ligneo ricoperto di bitume e intarsiato su entrambe le facce con inserti in lapislazzuli, pietra calcarea bluastra e conchiglie marine provenienti dalle coste indiane. Realizzata con la tecnica del mosaico con uno sfondo blu e quindi costituito da lapislazzuli, le figure geometriche di contorno sono create con la madreperla, mentre tutte le altre figure sono realizzate in calcare rosso. Su entrambe le facce la figurazione si sviluppa su tre registri (livelli), separati da fasce ornamentali. Il re è riconoscibile per le maggiori dimensioni con cui è raffigurato. La successione regolare delle figure non esclude un'idea di movimento.Si tratta di un pannello ligneo ricoperto di bitume e intarsiato su entrambe le facce con inserti in lapislazzuli, pietra calcarea bluastra e conchiglie marine provenienti dalle coste indiane. Realizzata con la tecnica del mosaico con uno sfondo blu e quindi costituito da lapislazzuli, le figure geometriche di contorno sono create con la madreperla, mentre tutte le altre figure sono realizzate in calcare rosso. Su entrambe le facce la figurazione si sviluppa su tre registri (livelli), separati da fasce ornamentali. Il re è riconoscibile per le maggiori dimensioni con cui è raffigurato. La successione regolare delle figure non esclude un'idea di movimento. 
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Francesca &Martina